Primo anniversario Comunità Tabor!!

]Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia. (Sal 125,3)

Ci ho messo un po’ di tempo per metabolizzare tutti i sentimenti con cui ho vissuto questo momento cosi importante per la nostra comunità e per ciascuno di noi.
Accogliendo l’invito di Veronica cercherò di descriverli dettagliatamente.

Innanzitutto un sentimento di attesa. Insieme agli altri membri del team abbiamo vissuto molto intensamente la fase dei preparativi di questo giorno e del sito e spesso abbiamo sperimentato anche ansia perché volevamo che tutto fosse perfetto. È stato bello lavorare fianco a fianco con don Fabio, toccando con mano il suo entusiasmo, l’amore per tutti e per ciascun membro della comunità e il desiderio che tutto andasse nel migliore dei modi, non per una mania di perfezionismo ma con la consapevolezza di fare tutto questo a lode e gloria di Dio.
Per me è stato molto formativo vedere lo spirito di sacrificio e l’impegno che hanno profuso alcuni fratelli (in particolare don Fabio, Anna ed Antonio) offrendo a Dio, con gioia e senza mai lamentarsi, tanta energia e tante ore del loro tempo comprese quelle della notte.

Non ho parole per descrivere la trepidazione con cui tanti di noi hanno vissuto gli ultimi giorni prima del sedici: traspariva dai messaggi lasciati sul sito, dal volto dei viandanti che ho incontrato. Tutto questo è culminato in quei minuti a cavallo della mezzanotte, particolarmente commoventi, in cui ci siamo dati appuntamento per vegliare in attesa di scambiarci gli auguri e assistere alla messa in rete del nuovo sito.
Quante risate ci ha fatto fare Daniele!

Riguardo alla giornata del sedici è particolarmente complicato descrivere il terremoto di emozioni che mi ha fatto vivere quelle ore frastornato.
I momenti trascorsi sono come delle istantanee che custodisco gelosamente nell’album del mio cuore.
È stato bellissimo vedere entrare dalla sala tutti quei viandanti che avevano lasciato le loro occupazioni quotidiane per salire sul monte e godere insieme di questi brevi ma intensi momenti di trasfigurazione (e la provvidenziale coincidenza del Vangelo che la liturgia ci ha proposto in questa seconda domenica di quaresima).

Ho vissuto ogni singolo istante con sentimenti di gioia, lode e rendimento di grazie che sono culminati nella celebrazione dell’Eucarestia in cui, come veri fratelli, ci siamo nutriti dello stesso Pane. Le testimonianze sono state particolarmente toccanti e ringrazio ciascuno per averci donato, attraverso parole dette e non dette, sguardi e lacrime, un pezzettino del loro cuore. Quando, alla fine, ho sentito cantare il nostro inno, il mio cuore ha rischiato di scoppiare.

Non nascondo che mi sono commosso di fronte alla determinazione di persone che, come Annarita e Ferdinando e Marinella e Cicci, hanno percorso tanti chilometri per unirsi a noi.
In particolare è stato un motivo di grande arricchimento conoscere Cicci e Marinella.
Il fatto che, senza conoscerci personalmente, abbiano deciso di venire, testimonia l’importanza anche del nostro sito come strumento di comunicazione positivo, di evangelizzazione e come mezzo per abbattere le barriere dello spazio.

Anche il momento conviviale della cena mi ha fatto sperimentare la gioia dello stare insieme e la fraternità e la comunione che ci lega.

Mi è dispiaciuto molto per le persone che, per malattia (come Andrea ed Agnese) o lontananza (Veronica), non hanno potuto unirsi a noi. Ci sono mancate molto ma nello stesso tempo le abbiamo sentite e le sentiamo molto vicine.

Vivere cosi intensamente questi giorni, gustando ogni singola emozione mi ha consentito di comprendere meglio le parole dette da don Fabio riguardo al “parto”. È vero, la nascita della comunità è stato un parto, cosi come l’organizzazione di questa giornata. Un parto difficile, non esente da preoccupazioni, dubbi, sofferenza, ansia, attesa….
Ma quando nasce un bambino, non si può fare altro che gioire e rendere gloria a Dio.

Condividendo, con i viandanti che ho incontrato, le impressioni a caldo, si leggeva nei loro volti una luce particolare e, il più delle volte, non si trovavano le parole per descrivere i sentimenti più profondi.

Tuttavia, se devo essere sincero fino in fondo ( e voglio esserlo!), ho provato anche un pizzico di tristezza e di amarezza nel constatare che ci sono persone che, purtroppo, non riescono a comprendere la bellezza e l’importanza di questi momenti e non riescono a gioire con noi e per noi e ringraziare Dio per le meraviglie che ogni giorno compie.
Io rendo grazie a Dio quando sento di iniziative volte a servire il Signore, ognuno con i propri carismi e capacità e, perdonatemi, non capisco come si possa fare diversamente.
Noi abbiamo bisogno di salire sul monte Tabor e godere di questi momenti di trasfigurazione per poi scendere a valle e, ulteriormente riempiti dell’amore di Dio, portare questa ricchezza lì dove ci troveremo ad operare.

La nostra comunità è aperta a tutti e ciascuno è il benvenuto!