Anch'io voglio lasciare una traccia della mia esperienza da pit-stoppista.
C'è da dire che per una come me, piuttosto rompi, ke ha bisogno dei suoi spazi, dei suoi tempi, dei suoi silenzi, della sua montagna di libri, etc. etc. etc. immergermi in una situazione di convivenza con persone che conosco poco o niente, con cui non ho grande confidenza, seguendo dei ritmi comuni beh, ... vi lascio immaginare!
Vogliamo parlare del mio essere freddolosa, ke anke a giugno accendo la stufetta; delle mie "abluzioni serali" condite di cremine antirughe (guagliò, l'età avanza!) prima di andare a letto?
E che mi ritrovo? Acqua fredda, gelida, ghiacciata (alla fine abbiamo scoperto, ke bisognava SEMPLICEMENTE accendere un'altra caldaia!!) e chiaramente niente o poco di trattamenti serali xkè di sera finivamo sempre un pò tardi! (Colpa vostra se divento sempre più un catorcio!)
La domanda nasce spontanea: "Giu', ma xkè nun t' stiv' a cas'?
Giusto! Ma voglio rivolgermi soprattutto a chi pensa di ritrovarsi un po’ nel mio modo di vivere "casa", è proprio a loro, ke voglio dire:... "FREGATEVENE!"
E' solo questione di costrizioni e "incriccamenti" mentali: entri in casa Tabor è tutto diventa semplice, fluido, naturale, armonioso.
- Ma 6 impazzita? E l'acqua fredda?
- Certo ke c'era, ...ritemprante! Un pò di penitenza non farà mica male a nessuno!
Posso solo dire che non mi è mancato nulla del mio ordinario, mi alzavo prima di mattina per le lodi e andavo più tardi a letto per la compieta, ma non mi è pesato, era bello il senso di comunione, di condivisione, di preghiera... e di vita normale!
Si è continuato a lavorare, io molti giorni li ho passati anche di pomeriggio a scuola, ma portavo un pò d'"aria di casa Tabor" con me, e la sera, prima di cena o a tavola, venivano fuori le nostre giornatine, a volte pesanti, a volte no: dai compiti in classe di Pasquale, agli esami all'università, allo studio matto e disperatissimo di altri, insomma, tutto il lavoro della giornata.
Non riesco a scrivere proprio tutto, ma qualche flash lo voglio condividere con chi mi legge:
E' martedì mattina, di corsa trangugio un pò di caffè (come è mia pessima abitudine), saluto a volo, e Don Fabio mi raccomanda di NON INTERROGARE!!! Pazzo, pazzo e ancora pazzo, io che non interrogo,
altrochè! Qualche testimone, addirittura ricorda anche cosa ho risposto! Non sfugge proprio nulla!
Arrivo a scuola, e prima di andare in classe, sono trattenuta fuori da una mia alunna che non si sente bene.
Beh, sorvolo sui dettagli, conclusione mi ritrovo in ospedale ad assistere questa ragazza.
C'è stato un attimo in cui mi sono seriamente preoccupata, e lì, mi è venuto un pensiero: "tranquilla, stasera sarà tutto finito, e sarai di nuovo a casa, a casa Tabor", non so dire, ma questo mi ha risollevata, rasserenata.
Chiaramente non ho interrogato, sono stata tutta la mattina in ospedale! (Guai a non ascoltare il Don!)
Ma non è solo questo, la salute della mia alunna è ok, e questa è la cosa ke conta, ma c'è di più, sono stata contenta di aver trascorso un pò di tempo con lei (e immagino anke cosa pensa di me come prof!) al di là del ruolo istituzionale; semplicemente ci si è ritrovate in un momento di difficoltà a scambiarsi confidenze, timori, aspirazioni, idee, pezzi di vita e anche belle risate! ...ed è stato bello partecipare agli altri, la sera, che in fondo (qui lo dico e qui lo nego!) la giornata era stata molto fruttuosa, anche senza interrogare!
Durante la settimana, ho trascorso giornate intere a scuola e percorrendo circa 80 km al giorno, diciamo che al ritorno, non ero proprio fresca come una rosa! Una sera in particolare, come dire, mi sentivo praticamente spappolata, quasi soccombevo, sotto il carico, come sempre, di borse e libri. Sono arrivata praticamente trascinandomi, e sono stata accolta da un ABBRACCIO! Ke bello! Quell'abbraccio mi diceva: ok ti puoi riposare, sei a casa, dimentica la stanchezza, le pesantezze che hai affrontato oggi, è tutto finito! Non ve lo so spiegare...no, non si può spiegare!
Altra perla della settimana, è stata "'a Cort'", cioè, mia madre Silvana, donna rotondetta e non molto alta (si capisce no, è a' Cort'!) con un bel sorriso, che ci ha fatto da cuoca, dirigendo ora uno, ora un altro dei vari aiutanti di turno in cucina; si è ben destreggiata tra pietanze varie, armeggiando con pentoloni che a volte erano anche più alti di lei!
Sono stata felice della sua presenza a casa Tabor, kiaramente sono sfacciatamente di parte, ma mia madre è proprio una mamma mamma. Con mia sorella (che era anche lei a questi pit-stop) abbiamo parlato di questo, ed entrambe ci siamo rese conto che, stranamente, non avvertivamo affatto sentimenti di gelosia o di possesso, ma anzi, eravamo contente del fatto che tutti potessero apprezzarla come noi, che tutti potessero sentirsi un pò figli e avere le sue cure amorevoli, ma senza mielosità, come è nel suo carattere.
Queste esperienze, offrono la preziosa opportunità di conoscersi più profondamente, il tutto senza sforzo, con estrema naturalezza, la “familiarità” cresce, non te ne accorgi e inconsapevolmente, ti senti quasi “impastata” con gli altri, poco per volta sempre di più.
Ultimo, ma non meno importante, devo parteciparvi, quello che per me, è stato un evento memorabile!
Venerdì 26 marzo, Don Fabio è venuto ad incontrare gli alunni e le alunne della scuola dove insegno a Caivano. Ho sentito affiorare una certa trepidazione nel presentarlo.
Ringrazio ancora il Signore e il nostro Donfi, Suo strumento, per la Grazia di quella mattina. Il dibattito verteva sull’ultimo documento dei Vescovi sul Mezzogiorno: dal documento all’essere cristiani, all’impegno nella ferialità, a Cristo nostro modello, ai Viandanti della Carità….
Purtroppo, non abbiamo testimonianze fotografiche o registrate del 26 marzo 2010 presso il liceo Sociopsicopedagogico di Caivano. Era la prima volta che, pubblicamente, la comunità Tabor veniva presentata! Ke emozione! Ragazzi, mi siete mancati! Avrei voluto condividere con tutti gli “inquilini” di casa Tabor e gli altri viandanti questo evento! La gioia sarebbe stata più grande, più intensa, più gioia! Rimane traccia nel ricordo mio e di Don Fabio di sicuro, e di quelli che erano lì, circa 200, ad ascoltare, nonostante la mancanza del microfono (povero Don Fabio, scusami ancora), interessati, attratti, coinvolti, oserei dire, a tratti, rapiti! …e non perché volevano scansarsi qualke ora di scuola!
Non è un "caso", che dopo l’incontro, molti abbiano chiesto NON di parlare con Don Fabio, ma di CONFESSARSI! E ancora oggi, anche i colleghi, mi chiedono della Comunità, mi dicono che stanno visitando il sito, chiedono i pieghevoli...
Grandioso!
Ora basta, ….VENITE E VEDETE!
Besos
Giusy